Senigallia

Se non conoscete Senigallia, con la sua spiaggia di velluto e il magnifico entroterra, perdete qualcosa.
Oltre ai suoi 14 km di sabbia finissima e acque limpide, è circondata da dolci colline con borghi storici di rara bellezza come Urbino, Gradara, Corinaldo (la città natale di Santa Maria Goretti).

Senigallia ha origini antichissime, per questo il centro storico vale la pena di essere visto. Sicuramente, merita una visita la Rocca Roveresca, dove si fondono epoche storiche che vanno dal XIV al XVII secolo d.C. Come uno straordinario libro, racconta ai visitatori epoche, battaglie e vicende succedutesi nei secoli.
Da vedere, anche il Foro Annonario, armoniosa struttura neoclassica in laterizio, a pianta circolare, progettato nel 1834 dall’architetto senigalliese Pietro Ghinelli.

Tornando verso il mare, non mancate di passeggiare lungo il porto; qui i vostri occhi saranno catturati dalla statua di Penelope che dagli scogli attende il ritorno dei marinai. La particolarità di questa opera sono le centinaia di lucchetti agganciati dagli innamorati alla base della statua, simbolo di amore eterno. Mettete anche il vostro, pare che porti fortuna!

Proseguite la vostra passeggiata fino alla rotonda sul mare, che si dice sia proprio quella cantata da Fred Bongusto negli anni Sessanta. Non sappiamo se sia vero (i senigalliesi giurano di sì), ma di sicuro merita di essere vista.

La Città

Senigallia è una moderna città balneare di circa 44.000 abitanti che mette a disposizione dei suoi ospiti impianti sportivi di ogni tipo, un porticciolo turistico per l’attracco di 300 imbarcazioni, 13 km di spiaggia vellutata nella cornice delle sue amene colline più volte immortalate nelle fotografie di Mario  Giacomelli.

La sua storia risale al 2000 a. C. quando venne fondata dai Liburni. Il nome della città è dovuto al popolo dei Galli  ( succedutisi agli Etruschi ) che nel 400 a C. diedero al loro villaggio il nome di “Sena”; in seguito i Romani, avendo sconfitto i Galli in questa area nel 290 d.C. la chiamarono “Sena-gallica”. Con Carlo Magno passò sotto il dominio della Chiesa e nel 1106 diventò libero Comune. Dal 1474 al 1631 fu sotto il dominio dei Della Rovere. Il porto di Senigallia diviene centro del commercio marittimo del Ducato di Urbino e dopo la devoluzione del 1631 di Piazza del Duca questa sua funzione si estese a tutto lo Stato Pontificio. Centro dei commerci della città è la famosa “Fiera della Maddalena”, che tra la metà del 600 e la fine del 700, favorita dalla franchigia del porto, raggiunge la massima importanza con oltre 50 mila forestieri provenienti da nazioni levantine, dall’Italia centro-settentrionale e dall’Europa centrale. A conferma della sua fama, Carlo Goldoni, nel 1760, intitola a La Fiera di Sinigaglia una sua commedia per musica e vi ambienta l’azione.

Alla fine del 1700 fu occupata da Napoleone Buonaparte e nel 1815 gli austriaci riportarono la città sotto lo Stato Pontificio. Senigallia prende parte ai moti risorgimentali e viene ammessa al Regno d’Italia nel 1861. Subisce i bombardamenti della flotta austriaca nel 1915, mentre nel 1944 gli alleati liberano la città dalle truppe tedesche in ritirata. Nel dopoguerra c’è una ripresa dell’attività commerciale e produttiva e sopratutto dell’attività turistica. Piazza del Duca, adorna della fontana dei Leoni (1596), è dominata dalla poderosa Rocca, eretta (1480) su disegno di Baccio Pontelli per Giovanni della Rovere. Sulla stessa piazza prospettano il Palazzo del Duca, del sec. XVI, antica residenza ducale, e il quattrocentesco Palazzo Baviera. D’interesse ambientale sono, nella piazza del Foro Annonario, il Foro di stile neoclassico (sec. XIX), e, sul Lungomisa, i Portici Ercolani (2a metà del sec. XVIII).

Il cinquecentesco Palazzo Mastai dietro al Palazzo Comunale è sede del Museo Pio IX  con memorie e cimeli del Papa che qui nacque nel 1792e da Piazza Roma si scorge sulla sinistra in via Fagnani l’elegante facciata della Chiesa della Croce. La Pinacoteca diocesana è situata in Piazza Garibaldi, adiacente al Duomo. A 3 km, sul colle ov’è il cimitero, sorge la chiesa rinascimentale di S. Maria delle Grazie del 1491; nell’interno, una Madonna e Santi del Perugino (1489).
L’annesso convento, con due eleganti chiostri, è sede del Museo della civiltà contadina.